Ho licenziato Dio
Gettato via un amore
Per costruirmi il vuoto
Nell'anima e nel cuore
Le parole che dico
Non han più forma né accento
Si trasformano i suoni
In un sordo lamento
Mentre fra gli altri nudi
Io striscio verso un fuoco
Che illumina i fantasmi
Di questo osceno giuoco
Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Chi mi riparlerà
Di domani luminosi
Dove i muti canteranno
E taceranno i noiosi
Quando riascolterò
Il vento tra le foglie
Sussurrare i silenzi
Che la sera raccoglie
Io che non vedo più
Che folletti di vetro
Che mi spiano davanti
Che mi ridono dietro
Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Perché non hanno fatto
Delle grandi pattumiere
Per i giorni già usati
Per queste ed altre sere
E chi, chi sarà mai
Il buttafuori del sole
Chi lo spinge ogni giorno
Sulla scena alle prime ore
E soprattutto chi
E perché mi ha messo al mondo
Dove vivo la mia morte
Con un anticipo tremendo?
Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Quando scadrà l'affitto
Di questo corpo idiota
Allora avrò il mio premio
Come una buona nota
Mi citeran di monito
A chi crede sia bello
Giocherellare a palla
Con il proprio cervello
Cercando di lanciarlo
Oltre il confine stabilito
Che qualcuno ha tracciato
Ai bordi dell'infinito
Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Tu che m'ascolti insegnami
Un alfabeto che sia
Differente da quello
Della mia vigliaccheria
Daniel...... questa canzone mi fa pensare a voi figli .... quando si parla con le madri si può dire tutto . Senza un "come".
Ciaoooo